Protesi totale all’anca, quando è necessaria e i tempi per tornare a camminare

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La cura della coxartrosi non grave prevede una terapia farmacologica per controllare infiammazione e dolore. La protesi totale all’anca è necessaria in caso di artrosi severa, invalidante, quando la terapia conservativa non sortisce più alcun effetto su dolore, infiammazione e rigidità. La terapia chirurgica mini invasiva, la più avanzata e risolutiva, prevede l’impianto di una speciale protesi all’anca.

Questo tipo di intervento è indicato non solo per l’artrosi dell’anca avanzata e invalidante, ma anche per displasia, osteonecrosi, artrite reumatoide, osteoporosi (anche da celiachia), esiti di fratture del femore e del cotile, esiti di infezioni articolari, conflitto femoro-acetabolare, morbo di Paget. Tutte patologie che alterano il corretto funzionamento articolare e richiedono l’innesto di una protesi totale per sostituire completamente l’articolazione compromessa.

Quali sono i vantaggi della chirurgia mini invasiva? Tempi di recupero?

Protesi totale all’anca: tecnologia avanzata e grande lavoro di squadra

I numeri evidenziano ogni giorno di più il successo ottenuto dalla chirurgia mini invasiva, da una tecnica sempre più perfezionata, finalizzata a sostituire l’articolazione (cartilagine ed osso) con una protesi totale all’anca in metallo con o senza l’utilizzo di cemento.

Questa protesi è tecnologicamente avanzata, ad ancoraggio biologico, più piccola di quella usata per l’intervento tradizionale, realizzata con biomateriali di ultima generazione molto resistenti (titanio, cromo cobalto, ceramica delta, polietilene addizionato con vitamina E ad attività antiossidante). Negli anni, ha permesso interventi ad una popolazione sempre più ampia, anche giovanile (età pari o inferiore a 55 anni).

La tecnologia è importante se abbinata ad una grande abilità del chirurgo specializzato in mini invasiva. Oltretutto, la riuscita dell’intervento è il risultato di un lavoro di squadra (chirurgo, medico, infermiere, anestetista, fisioterapista).

Se il danno alla cartilagine dell’anca risulta contenuto e sono presenti alterazioni anatomiche che causano dolore e predispongono all’usura, è possibile intervenire tramite artroscopia. Il trattamento artroscopico è mini invasivo e preventivo, da effettuare prima che si verifichino danni irreparabili soprattutto a carico della cartilagine.

In seguito, il paziente dovrà essere monitorato regolarmente per verificare le condizioni dell’osso e correggere, eventualmente, anomalie in tempo utile.

Protesi anca: chirurgia mini invasiva personalizzata

La chirurgia mini invasiva punta a raggiungere i seguenti obiettivi:

  • integrare la protesi anca all’osso posizionando in modo corretto e preciso le componenti protesiche per ottenere un movimento fisiologico libero da interferenze;
  • ripristinare o correggere parametri biomeccanici;
  • eliminare dolore e rigidità;
  • riconsegnare al paziente una qualità della vita normale recuperando rapidamente una funzione ottimale dell’anca.

La chirurgia protesica mini invasiva si fa via, via sempre più personalizzata. Il super specialista, in sede di pianificazione dell’intervento, valuta diversi fattori come danno e qualità dell’osso, stato di salute del paziente, possibilità di preservare tutti i tessuti sani.

In base alla valutazione, il chirurgo sceglierà il modello ed i materiali della protesi, il tipo di accesso chirurgico, percorso pre e post-operatorio, tipo di riabilitazione, ecc.

La pianificazione al computer dell’intervento è la fase più delicata ed importante. Deve essere eseguita utilizzando software avanzati in grado non solo di scegliere materiali, design, misure e superficie della protesi ma anche di determinare il posizionamento migliore e più funzionale per il singolo caso da trattare.

La protesi progettata e realizzata su misura del paziente permette di ridurre i tempi e le perdite ematiche, limitare errori tecnici e di ottenere un risultato eccellente.

Tecnica Femur First e software OsiriX

In fase di pianificazione, è determinante la ricostruzione 3D e l’utilizzo di Osirix, un software che consente il massimo della personalizzazione, specifico per la protesi anca.

OsiriX ricostruisce al millimetro la geometria articolare dell’anca, la modella in base all’anatomia del paziente. Questo programma digitale sfrutta diversi parametri, disegna la protesi sulla base della radiografia del paziente da trattare. Lo specialista può scegliere tra un’ampia serie di modelli quella più adatta al paziente.

Oltre al software avanzato OsiriX, alcuni chirurghi (pochi ma buoni) utilizzano la tecnica di navigazione Femur First. Lavorano prima sul femore, poi sull’acetabolo per un intervento mirato a realizzare una protesi d’anca più anatomica e personalizzata.

E’ una tecnica di precisione in termini di angolo di lavoro (tra porzione femorale e acetabolare). Consente di calcolare al millimetro la lunghezza finale dell’arto. Oltre a ridurre ulteriormente le dimensioni della protesi, la tecnica Femur First permette di ottenere una lunghezza identica delle due gambe.

Una protesi ben progettata, disegnata con estrema precisione in base all’anatomia del paziente e ben posizionata dal chirurgo durerà più a lungo. Mediamente, la durata della protesi anca totale è di 20-25 anni, talvolta anche di 30 anni.

I vantaggi della chirurgia mini invasiva

Un intervento chirurgico per impiantare la protesi totale all’anca si basa essenzialmente sulla creazione di una superficie stabile artificiale portante fissata all’osso e capace di generare un basso attrito all’interno dell’articolazione.

Rispetto all’intervento tradizionale la chirurgia mini invasiva presenta vantaggi notevoli:

  • è meno traumatica, i tempi dell’intervento sono più rapidi (40-60 minuti);
  • si riducono incisione, dolore, gonfiore, cicatrici, perdite ematiche, tempi di riabilitazione e recupero;
  • la somministrazione di antidolorifici è minore;
  • rispetta il corpo, preserva le parti sane, non seziona ma divarica muscoli, cartilagine, parti ossee risparmiando gran parte del collo femorale, strutture periarticolari, nervi, vari;
  • le complicanze post-operatorie, il rischio di lussazione e infezione si riducono;
  • diminuisce l’attrito tra testa femorale ed acetabolo.

Protesi totale all’anca mini invasiva: tempi di recupero rapidi

Il percorso Fast Track prepara al meglio il paziente in fase pre-operatoria e consente un recupero rapido, dai tempi di ospedalizzazione a quelli di riabilitazione.

Quali sono i tempi di ripresa per tornare a camminare?

Innanzitutto, il paziente inizierà la deambulazione (autonoma assistita) e la riabilitazione il giorno stesso dell’intervento. L’articolazione dell’anca viene mobilizzata in modo passivo o attivo per riattivare subito la muscolatura e ridurre il dolore.

Verrà dimesso dopo 3-4 giorni di degenza durante cui verrà adeguatamente controllato. Se preferirà proseguire la fisioterapia in ospedale per ripristinare mobilità, forza e flessibilità dell’articolazione potrà tornare a casa dopo 15 giorni dall’intervento. I tempi previsti per la riabilitazione sono 7-10 giorni. Durante il recupero indosserà calze elastiche ed utilizzerà le stampelle. I punti di sutura vengono rimossi dopo 14 giorni.

Il paziente potrà riprendere le normali attività quotidiane a distanza di 2-4 settimane dall’intervento. Potrà tornare a guidare o al lavoro dopo 4-6 settimane.

La completa guarigione prevede un periodo di 3-6 mesi dall’operazione. Il controllo viene effettuato ogni 2-3 anni circa.

Dovrà evitare di praticare attività sportive ad alto impatto come calcio o basket.

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